Orari di apertura: Lun-Sab: 09 - 12.30 a.m. 15 – 19 p.m. Dom. 09 - 12.30 am

Via Don S. Raffi, 30

43041 Bedonia PR

Compiano

Compiano

Parroco Don Amedeo Mantovani
Tel. Cellulare 339.3368099
Indirizzo e-mail
Festa Patronale
Orario Celebrazioni
Chiese Santuario Madonna del Faggio – Santuario Natività di Maria


Un po’ di Storia

Non è facile sintetizzare in poche righe la storia di Compiano, uno dei borghi più affascinanti di tutta la provincia.

Il toponimo Campus Planus designava in età tardo romana-alto medioevale la valle ampia e piana delimitata dai ruscelli Pelpirana a Ovest, Ingegna a Nord e Lubiana a Sud.

La fortezza murata (castrum) che sovrastava tale radura si chiamò dapprima “Castrum cum campo plano”, abbreviato poi in Cum plano, da cui Compiano.

Passato il periodo delle invasioni barbariche, il borgo e l’intera Valle del Taro entrarono a far parte della marca della Liguria, governata dagli Obertenghi, da cui discesero i Malaspina.

Dopo alterne vicende che videro questi ultimi e il Comune di Piacenza contendersi il governo della zona, nel 1145 gli stessi Malaspina ottennero dai Piacentini l’investitura a feudatari della Valle.

Il Comune di Piacenza si riappropriò a pieno titolo del potere su Compiano e il suo territorio dal 1189 al 1257, anno in cui venne acquistato per 6.000 lire piacentine dalla famiglia Landi. Tale cessione fu caldeggiata dietro le quinte dal marchese Oberto Pallavicino, che sapeva di trovare in Ubertino Landi un alleato Ghibellino contro le forze del Comune.

Famoso per essersi recato alla corte del suocero Manfredi Re di Sicilia e aver combattuto nel 1266 contro Carlo d’Angiò, Ubertino fu in lotta contro Piacenza (alleata dei Fieschi di Lavagna) per il dominio su Compiano, fino alla morte avvenuta nel 1298probabilmente a Montarsiccio.

I Visconti Duchi di Milano si alternarono ai Landi, finchè nel 1438 Filippo Maria Visconti emanò un decreto in cui la Signoria di Compiano, Borgotaro, Pontremoli, Varese e Pellegrino veniva concessa al famoso capitano di ventura Nicolò Piccinino. Il territorio torna ai Landi quando il duca di Milano, Francesco Sforza, nomina Cavaliere Manfredo Landi Postumo.

Questi, sposando in seconde nozze Maria Antonia Fieschi, annette a quello di Compiano il Castello di Varese Ligure, il che gli vale l’ostilità della famiglia Fieschi.

Essa non solo si riappropriò di Varese, ma nel 1488 riuscì anche a sottrargli il territorio di Borgotaro.

Nel 1530, grazie al matrimonio tra i cugini Agostino e Giulia Landi, i rispettivi Feudi di Bardi e Compiano vengono riuniti. L’investitura imperiale di Agostino, avvenuta per mano di Carlo V, legittima il suo dominio su Compiano e gli accorda il privilegio di battere moneta. La famiglia Landi torna inoltre in possesso di Borgotaro e del Castello di Varese.

Tra alterne vicende, il dominio dei Landi si protrae fino al 1626, quando Polissena Landi sposa il Marchese di Genova, Gian Andrea Doria.

Nel 1682 il Doria cede i Feudi di Compiano e Bardi a Ranuccio Farnese, Duca di Parma. Da questo momento le sorti di Compiano seguono perlopiù quelle del Ducato, che vede alternarsi a quello borbonico i governi francese e austriaco, quest’ultimo rappresentato soprattutto da Maria Luigia, Arciduchessa d’Austria, che muore nel 1847.

Dopo l’unità d’Italia, il castello di Compiano diventa prigione e presidio militare finché, nel 1900, Don Angelo Nazani lo adibisce a Collegio per fanciulle, retto dalle suore del Cottolengo. La stessa congregazione si occuperà anche della gestione della Casa di Riposo, costruita a inizio secolo grazie ai fondi lasciati dal Capitano dei Dragoni Ducali Marco Rossi Sidoli, cui è intitolata.

Nel 1962 il Seminario di Piacenza vende il castello alla Marchesa Lina Raimondi Gambarotta, che ne farà la propria residenza preferita fino alla morte, avvenuta nel 1987.

Dal quel momento il castello passa al comune, gradita eredità della Marchesa insieme ai fondi necessari per una parte dei restauri. Ora buona parte dell’edificio è aperta al pubblico, mentre fervono i lavori per renderlo completamente a disposizione dei visitatori.