Tornolo PR
Parrocchia San Bernardino da Siena
Parroco: Don Ferdinando Cherubin
Tel. Cellulare: 329.7893026
Indirizzo e-mail: nando55@libero.it
Abitazione: Tarsogno
Oratorio San Rocco
Un po’ di Storia
Tornolo sorge sulle pendici del monte Zuccone a 620 m. di altitudine.
Fu dominio dei Malaspina, dei Fieschi e dei Landi. I confini del paese furono così descritti da Antonio Boccia nel 1804:
«Tornolo è una Villa divisa in più corpi, ha 295 abitanti: il suo distretto è lungo due miglia e largo uno e mezzo. I confini sono all’est Isola, al sud Tarsogno, all’ovest Casale e Carniglia, ed al nord il Taro di scontro al territorio di Bedonia. Superiormente a Tornolo e Fopiano grandeggia il monte Collero, il più verdeggiante di questa parte della valle, poiché adombrato fino all’apice senz’alcuno spazio di vacuo da castagni annosissimi. Il rio de’ Ferrai, che divide il territorio di quello d’Isola, nasce sul monte Collero, scorre per tre miglia dal sud-ovest al nord-est e si smarrisce nel Taro mezzo miglio al di sotto della chiesa di Tornolo».
Il Capitano Boccia non si limita alla descrizione delle bellezze naturalistiche del luogo:
«Questa Villa può pregiarsi di avere le più belle donne di tutte le montagne dello Stato. Molti anni sono ne vidi più d’una della maggiore regolarità de’ tratti, colorito, ed avvenenza, ed anche in oggi non vi scarseggiano».
I costumi delle affascinanti Tornolesi dell’800 sono descritti da Ferruccio Terrari: non dovevano comunque differire di molto da quelli delle donne di tutti i borghi della valle:
«La camicetta prima di fibre tessili e lana, più tardi di cotonina variopinta, aveva un colletto a girocollo di pizzo fatto a mano, molto spesso ripreso anche per le bordature delle maniche che altrimenti terminavano con un fermapunto a cordonetto. Le gonne erano lunghe oltre il ginocchio, molto ampie, per le sposate e più anziane arrivavano quasi a terra trascicanti, mentre per le giovani era motivo di civetteria mostrare gli zoccoli e le esili caviglie; le calze di lana «tinte» erano indossate solo nel periodo invernale».
Uno dei tipici indumenti maschili era invece il coturnio, sorta di calzettone in lana grezza che si indossava sopra gli zoccoli e serviva a riparare dal freddo e dall’umidità quando in inverno si era costretti a camminare in mezzo alla neve.
Questi ed altri manufatti di lana furono, insieme agli zoccoli, tra i principali prodotti che i primi ambulanti tornolesi e tarsognini andarono a vendere in Romagna e nelle Marche.
La Chiesa del paese è dedicata a S. Bernardino da Siena e risale ai secoli XVII-XVIII: al suo interno sono conservate in una teca le Reliquie del Corpo di San Bonifacio, Martire cagliaritano, la cui festa ricorre l’ultima Domenica di luglio.
La “riscoperta” dei Sacri Resti risale al 1923, quando l’allora Vescovo di Piacenza Mons. Menzani diede ordine di aprire la semidimenticata cassettina che si diceva contenesse frammenti del Corpo del Santo.
Insieme a questi ultimi furono trovati i documenti che ne attestavano la Traslazione (avvenuta nel 1915) a Tornolo da Piacenza, dove erano giunti nel 1646. S. Bonifacio visse nel II sec. dell’era cristiana e fu vittima, come altri Martiri cagliaritani, della violenza dei Saraceni. Difficile ricostruire le traversie delle reliquie fino al 1642, quando l’Arcivescovo di Cagliari ne attestò l’autenticità e ne dispose il trasferimento a Piacenza.
Fu poi don Alberto Mantegari, oriundo di Tornolo e Canonico della Basilica di S. Antonino Martire a Piacenza, a far trasportare il Corpo dove ancora oggi viene venerato. Sempre nel territorio del Comune di Tornolo si trovano anche la Chiesetta del Casale e il Santuario della Madonna del Faggio.
Quest’ultimo, però, curiosamente, è sotto la giurisdizione della Parrocchia di Compiano.
Tale santuario fu eretto dai Padri Serviti (sotto il patrocinio dei Landi) nel 1485 nel luogo dove la Vergine apparve ad una pastorella muta presso un faggio e la guarì.
La Festa si celebra l’8 settembre di ogni anno e richiama pellegrini da tutta la Valle.
Chiesa di San Bernardino da Siena
La chiesa di San Bernardino da Siena a Tornolo è un luogo di culto originario, dipendente dalla pieve di Bedonia, che fu edificato in epoca medievale. La chiesa fu completamente ricostruita in stile barocco nel XVII secolo. Intorno alla metà del XVIII secolo fu innalzata sul retro del luogo di culto la torre campanaria. La facciata fu ristrutturata in stile neoclassico nel 1804. Il campanile fu restaurato in più riprese, inizialmente nel 1987, poi nel 2003 e infine nel 2006, anno in cui fu sottoposto a lavori di risistemazione anche l’intero edificio.
La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da quattro cappelle su ogni lato, con ingresso a sud e presbiterio a nord. La simmetrica facciata a salienti, quasi interamente intonacata, è preceduta da un piccolo sagrato; il prospetto è scandito da due lesene binate di ordine gigante, coronate da capitelli dorici; nel mezzo è collocato l’ampio portale d’ingresso ad arco ribassato, delimitato da una cornice in arenaria e sormontato da una piccola nicchia ad arco a tutto sesto, contenente una statuetta raffigurante San Bernardino; più in alto si apre una bifora ad arco a tutto sesto, con colonnina centrale; in sommità di staglia il frontone triangolare con cornice spezzata in aggetto, al cui centro è collocato un piccolo oculo ovale. Ai lati le fronti in corrispondenza delle cappelle sono delimitate alle estremità da paraste in conci di pietra. I fianchi sono suddivisi inferiormente in due parti da larghe lesene in conci di pietra e superiormente in tre porzioni, contenenti finestre rettangolari strombate, da massicce paraste in aggetto. Al termine del lato destro si eleva, in continuità col presbiterio in pietra, il campanile barocco; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso monofore ad arco a tutto sesto, delimitate alle estremità da lesene coronate da capitelli dorici; in sommità la lanterna in pietra a pianta ottagonale è illuminata da quattro finestre ovali alternate a specchiature di ugual forma, aperte al centro di ogni lato; a coronamento si eleva un cupolino in rame sormontato da una guglia a tronco di piramide. All’interno la navata, coperta da una volta a botte lunettata scandita in quattro campate e riccamente decorata da affreschi raffiguranti soggetti religiosi, è affiancata dalle ampie arcate a tutto sesto delle cappelle laterali, scandite da una serie di lesene con capitelli dorici a sostegno del cornicione perimetrale in aggetto. Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall’ampio arco trionfale a tutto sesto; l’ambiente, a pianta rettangolare, è coperto da una volta a botte decorata con affreschi a soggetto religioso, che proseguono anche sulla parete di fondo; al centro è collocato l’altare maggiore a mensa in pietra. Le cappelle laterali a pianta rettangolare, chiuse superiormente da volte a botte, sono riccamente ornate con affreschi e stucchi; quelle sulla destra sono intitolate al battistero, al Crocifisso, a sant’Apollonia e al Sacro Cuore, mentre quelle sulla sinistra sono dedicate al confessionale, a san Bonifacio, all’Assunta e alla Madonna. Di pregio risultano in particolare la seconda a destra, riccamente decorata con stucchi rococò anche sull’altare, e la terza a sinistra, ornata con stucchi raffiguranti i Misteri del Rosario, risalenti all’incirca alla fine del XVII secolo o agli inizi del XVIII. La seconda cappella a sinistra conserva le reliquie di san Bonifacio, vescovo di Cagliari martirizzato nel II secolo.